Nelle viscere della Luna by Donald A. Wollheim

Nelle viscere della Luna by Donald A. Wollheim

autore:Donald A. Wollheim [Wollheim, Donald A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urania 171
editore: emmebooks
pubblicato: 2017-02-03T16:00:00+00:00


XII

LA MARCIA NEGLI ABISSI

Durante il cammino, Robin chiese più volte a Korree l'esatta posi-zione del luogo da cui si poteva vedere il sole.

«Non sapere da qui» rispose il lunare, «ma soltanto da mia casa. Andare prima a casa di Korree».

Il giovane meditò a lungo su queste parole durante il viaggio. Egli procedeva agilmente, per quanto portasse un bagaglio più grosso di lui. Sulla Terra non avrebbe certo potuto compiere una simile impresa.

«Non ti uccideranno se torni?» chiese infine al lunare.

Costui volse il capo, e a Robin parve di vederne il cervello tumultuante. Attraverso la pelle trasparente scorgeva la scatola cranica e il pulsare di vene e di arterie.

«Con Robin non osare. Lasciare strada libera».

Evidentemente quell'essere primitivo aveva cieca fiducia nel terrestre, e lo considerava onnipotente e superiore a qualsiasi condanna a morte pronunciata dalla sua gente.

Robin sorrise, un po' a disagio. Senza armi da fuoco poteva benissimo essere sopraffatto dall'azione simultanea di parecchi uomini lunari. La manovra di avvicinamento alla tribù doveva essere ponderata seriamente.

Superarono senza incidenti la galleria tenebrosa e il bubbone boscoso dove era avvenuto il loro primo incontro. Il lunare lo guidò successivamente fino all'imbocco di un'altra galleria. Robin lo seguì con Cheeky appollaiata sul bagaglio.

Superarono diversi crepacci, si chinarono quando la volta si abbassava; alla tremula luce che si espandeva dalla lampada tenuta da Korree, Robin esaminava con attenzione il suolo per non compiere passi falsi. I loro movimenti suscitavano nella galleria un'eco di tonalità acute o gravi a seconda della distanza delle pareti, ma a questo fatto Robin non prestò molta attenzione.

Improvvisamente alzò il capo, e vide non soltanto la lampada di Korree, ma numerose piccole luci più lontane, alcune gialle, una biancastra, e tre tendenti al rosso. Le additò al lunare, che però non fece motto.

Poco dopo gli diede un colpetto sulle spalle, e gli chiese piano:

«Che cosa sono, Korree, quelle luci?»

«Animali» rispose il lunare. «Quella bianca essere un verme cacciatore. Io conosco bene».

«Qui? Nel tunnel?» domandò Robin stupito.

«Non qui. In nuova caverna... altra, lontano».

Il giovane si guardò attorno, e si accorse di non avere prestato attenzione all'eco, poiché il suolo era nel frattempo divenuto sabbioso, e l'atmosfera non era più così viziata. Si trovavano in un bubbone nuovo, immerso nelle tenebre!

Quel luogo però era attraversato continuamente da luci vaganti. Le più piccole appartenevano probabilmente a vermi, mentre le altre dovevano provenire certamente da animali più complessi. Accese improvvisamente la torcia elettrica, ed esaminò la località.

La zona era aperta, sabbiosa, e con radi ciuffi simili a funghi sparsi qua e là. La luce violenta della torcia mise in fuga gli animali, che però tornarono in numero maggiore dopo che il giovane l'ebbe spenta. «Vi sono molti posti come questo?» domandò Robin.

«Sì» rispose Korree. «Noi non vivere qui... soltanto animali cacciatori».

Robin si domandò se quell'affermazione potesse corrispondere a verità, e concluse che doveva essere così. In tal modo infatti poteva spiegarsi la mancanza di una pigmentazione cutanea e la presenza di antenne fluorescenti in tutti gli animali. Con tutta probabilità, in passato, tutto doveva essere



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